Incrociatore lanciamissili
Cruiser
 GIUSEPPE GARIBALDI   
( Obbedisco )
Bandiera Flag Italiana - Italian
Armatore Owner Marina Militare Italiana - Italian Royal Navy
Impostazione chiglia Keel laid 18.09.1934
Varo Launched 21.04.1936 - ricostruzione/ebuilt 1957-1961
Entrata in servizio In service 20.12.1937
Cantiere navale Shipyard CRDA - San Marco -Trieste - Arsenale di La Spezia - Italy
Costruzione n. Yard number 1120
Tipo di scafo
Hull type scafo singolo
Nominativo Internazionale Call Sign I A I Q -
I.M.O.       International Maritime Organization no
M.M.S.I.   Maritime Mobile Service Identity no
Numero d'identificazione ID Number 551
Porto di base Home Port Taranto

Dislocamento max

Displacement max 11.305 Tonn
Lunghezza max L.o.a. 187,10 m
Lunghezza tra le Pp L.between Pp 171,80 m
Larghezza max
Breadth max 18,90 m
Altezza di costruzione Depth
Pescaggio max
Draught max 6,70 m
Motore principale Main Engine 6 caldaie/boilers - 2 turbine/turbins
Potenza Motori Engine Power 85.000 Hp
Eliche di propulsione Propellers 2 -
Velocità massima Max speed 30,0 Kn
Armamento Arms 4 cannoni/guns 135/45 - 8 cannoni/guns 76/62
Missili Missile 1 sistema missilistico binato per missili superficie -aria Terrier
1 sistema missilistico quadruplo per missili balistici POLARIS
Velivoli Aircrafts no
Strumentazioni
elettroniche
Electronic
equipments
Autonomia Range 4.500 nm a/at 20 kn
Equipaggio Crew 47 uffficiali/officers 618 sott. e comuni/pretti off. and sailor
Navi gemelle Sister ship
Radiata Out of service
gennaio 1971
Demolita Scrapped
La Spezia - ITALY    09.1978
Inserita
Posted
05.08.2010
Aggiornata Last updated
03.05.2015
INFORMAZIONI STORICHE

I dati indicati nella pagina sono stati riportati dal sito ufficiale della Marina Militare Italiana

Per la costruzione dell'incrociatore Giuseppe Garibaldi in unità lanciamissili fu utilizzato lo scafo originario costruito nei Cantieri Riuniti dell'Adriatico (Trieste) tra il 1933/1937 su un progetto che all'epoca era considerato tra i migliori di quella categoria.Lo scafo, conservò le dimensioni originarie, fu ricostruita la poppa che divenne del tipo a specchio e si chiusero le aperture a murata per consentire l'installazione di un impianto di ventilazione/condizionamento e di un sistema di difesa NBC. L'apparato propulsivo rimase in parte quello originario, con 6 caldaie a tubi d'acqua subverticali tipo Yarrow/Regia Marina e due gruppi turboriduttori Parsons the fornivano - negli anni '50 - una potenza complessiva di 85.000 HP su due assi, per una velocità massima di 30 nodi ed un'autonomia di 4.500 miglia a 20 nodi.Essendo rimasta inalterata la disposizione dei locali macchine ed avendo adottato un unico fumaiolo (successivamente allungato per evitare the i gas di scarico interferissero con le apparecchiature elettroniche) in luogo dei due precedenti, fu necessario modificare sia il percorso delle condotte di scarico delle caldaie, sia altre sistemazioni ausiliarie. Per far fronte alle maggiori esigenze di energia derivate dall'adozione di moderni impianti meccanici ed elettronici, fu inoltre necessario installare ex-novo quattro turboalternatori Tosi-Brown Boveri e due diesel-alternatori Fiat-Brown Boveri.La ricostruzione delle sovrastrutture implicò la realizzazione di un ponte di castello lungo quasi 90 metri, raccordato verso poppa con una tuga estesa per 65 metri, alla cui estremità erano posizionati i quattro pozzi di lancio per missili balistici tipo Polaris. Il complesso plancia-torrione era sormontato da un albero a quadripode che sorreggeva un radar tridimensionale di sorveglianza aerea AN/SPS-39 Frescan; seguivano il grande fumaiolo e un altro albero a quadripode per il radar di scoperta aerea lontana Argos 5000 di produzione nazionale, in grado di battere, in condizioni favorevoli di propagazione, bersagli fino a 500 miglia di distanza.La sommità della tuga missili ospitava i due radar di illuminazione e guida AN/SPG-55, cui era asservita la sottostante rampa binata Mk 9 Mod.1 montata a sua volta sul cielo del locale che ospitava il dispositivo di caricamento e il deposito dei missili Terrier. L'armamento artiglieresco era articolato su due torri prodiere binate da 135/45 mm e su otto pezzi da 76/62 mm OTO Melara «Allargato», disposti ai lati del complesso fumaiolo-torrione.La dotazione elettronica era completata da un radar di sorveglianza aeronavale AN/SPS-6, da un radar di navigazione/sorveglianza di superficie MM/SPQ-2 e da cinque direzioni del tiro, di cui quattro associate ai pezzi da 76/62 mm e una ai calibri principali.Dopo la ricostruzione, il Garibaldi aveva un dislocamento standard di 9.802 tonnellate che salivano a 11.335 a pieno carico, per una corrispondente immersione media di 6,7 metri. La parte più interessante del progetto riguardò l'installazione dei quattro pozzi di lancio per i missili balistici a medio raggio Polaris, ricavati nella zona poppiera precedentemente occupata da depositi e cale di varia destinazione. Il progetto delle nuove sistemazioni, curato dall'allora Capitano di Vascello Glicerio Azzoni, riguardava sia le sistemazioni strutturali per il lancio degli ordigni che la collocazione (in locali adiacenti a quelli dei pozzi) di tutti gli impianti e le apparecchiature necessarie al corretto impiego dei Polaris (strumentazioni per la navigazione, l'individuazione dei riferimenti e la determinazione dei movimenti della nave, più il complesso delle unità di calcolo). Queste sistemazioni coinvolsero una zona, compresa fra le ordinate 15 e 31 e delimitata da paratie stagne, lunga complessivamente circa 14 metri, dotata di triplo tondo e di un certo grado di protezione laterale; i locali in cui essa era suddivisa avevano un'altezza di circa 8 m - per buona parte compresi al disotto della linea di galleggiamento - ed erano delimitati superiormente da due tughe. I pozzi di lancio (lunghi circa 8 metri, con un diametro di 2 metri e con i portelloni superiori apribili per rotazione verso la mezzeria della nave) scendevano attraverso tali tughe penetrando per un breve tratto attraverso il cielo dei locali sottostanti, la cui funzione era legata alla modalità di lancio dei missili e le cui strutture vennero dimensionate per resistere sia alto shock termico che a quello meccanico.A differenza di quanto avveniva per i Polaris installati sui sottomarini, il cui lancio era effettuato «a freddo» espellendo il missile dal silo mediante un getto di aria compressa prima dell'accensione del motore del primo stadio, i missili del Garibaldi avrebbero infatti dovuto essere lanciati «a caldo», utilizzando cioè una carica esplosiva, e necessitavano quindi di uno spazio entro cui sfogare gli effetti dell'esplosione. La realizzazione di tali sistemazioni richiese circa 6 mesi e una spesa comparabile a quella per l'acquisto di un singolo pezzo da 76/62 mm. Le prove di collaudo dei pozzi iniziarono nell'ottobre 1961, mentre nel periodo dicembre 1961/gennaio 1962 vennero effettuati lanci di collaudo con simulacri inerti, sia a nave ferma che in navigazione, per poi proseguire sino all'agosto del 1962 con lanci di simulacri autopropulsi.Motivazioni di natura politica impedirono però la prevista acquisizione dei Polaris, cosicché il Garibaldi prosegui la propria esistenza come unità sede comando della Squadra Navale, partecipando ad attività addestrative di vario tipo in Mediterraneo e oltreoceano e rimanendo comunque, in virtù della presenza del sistema Terrier, il primo incrociatore lanciamissili ad essere entrato in servizio in una marina europea. L'unità fu posta in disarmo nel gennaio del 1971, al termine di 33 anni di servizio.

 HISTORICAL INFO

                                  The data are shown in the official site of the Royal Italian Navy
For the construction of the intersection Giuseppe Garibaldi missile unit was used hull originally built by Cantieri Riuniti Adriatic (Trieste) between 1933/1937 on a project that was then considered one of the best of the categoria.Lo hull retained the original size, it was rebuilt was the stern-type mirror and freeing ports were closed to allow the installation of a ventilation / air conditioning and a system of NBC defense. The propulsion system was in part the original, with six water tube boilers subvertical type Yarrow / Navy turboriduttori Parsons the two groups and provided - in the 50s - a total capacity of 85,000 HP on two axes, a speed maximum of 30 knots and an autonomy of 4500 miles at 20 nodi.Essendo remained unchanged the provision of local machinery and adopting a single funnel (later extended to prevent the exhaust gases interfere with electronic equipment) in place of two previous was necessary to change both the route of the pipeline from boilers, and other auxiliary systems. To meet the increasing needs of energy derived from the adoption of modern mechanical and electronic, was also necessary to install from scratch four Tosi-Brown Boveri turbine generators and two diesel-alternators Fiat-Brown Boveri.La reconstruction of the superstructure involves conducting a bridge of castle almost 90 meters long, connected with an aft deckhouse extended to 65 meters, the ends of which were placed the four wells to launch ballistic missiles like Polaris. The whole bridge-tower was surmounted by a tree quadripode that held a three-dimensional air surveillance radar AN/SPS-39 Frescan; followed the large smokestack and another tree quadripode for air search radar away Argos 5000 from domestic production, able to fly in conditions favorable propagation targets up to 500 miles distanza.La top of the deckhouse missiles housed two radar illumination and guidance AN/SPG-55, who had enslaved the underlying ramp twin Mk 9 Mod.1 in turn mounted on the top of local housing the device loading and storage of missiles Terrier. The armament was artiglieresco on two twin towers bowman from 135/45 mm and eight pieces of 76/62 mm OTO Melara 'extend', the sides of the funnel-torrione.La complex electronic equipment was completed by a surveillance radar AN/SPS-6 naval aviation, a navigation radar / surveillance area MM/SPQ-2 and five directions of shooting, including four pieces associated with the 76/62 mm and a gauge principali.Dopo reconstruction, Garibaldi had a standard displacement of 9,802 tons full load rose to 11,335, corresponding to an average of 6.7 meters immersion. The most interesting part of the project concerns the installation of four wells for launching medium-range ballistic missile Polaris obtained in the stern area previously occupied by warehouses and hauls varied destination. The draft of the new accommodations, edited by the then Captain Glycerius Azzoni, concerned both the structural arrangements for the launch of the bombs that location (in premises adjacent to that of wells) of all facilities and equipment necessary for the proper use of Polaris (instruments for navigation, finding the references and the determination of vessel movements, more complex units of calculation). These arrangements involved an area between the orders of 15 and 31 and bounded by watertight bulkheads, a total of about 14 meters long, with round three times and a degree of lateral protection; premises where it was divided had a height of about 8 m - for most, including below the waterline - and were marked by two upper deckhouse. Wells launch (about 8 meters length with a diameter of 2 meters and above the doors open for rotation to the centerline of the vessel) deckhouses penetrating down through such a short stretch across the sky of the premises underlying the function of which was due to be launched missiles and whose structures were sized to withstand both high thermal shock than to meccanico.A unlike what happened to the Polaris submarines fitted, whose launch was carried out "cold" by expelling the missile silo by a jet of compressed air before turning on the engine of the first stage of the missiles launched Garibaldi said to have been 'hot', ie using an explosive charge, and therefore need a space in which to vent the effects of the explosion . The implementation of these systems took about 6 months and a cost comparable to that for the purchase of a single piece 76/62 mm. The tests of the wells began in October 1961, while in the period December 1962 1961/gennaio test launches were made with inert simulacra, which is a dead ship at sea, and continue until August 1962 with launches simulacra autopropulsi.Motivazioni political in nature, however, prevent the proposed acquisition of Polaris, so Garibaldi continue its existence as a command headquarters unit of the Italian Fleet, participating in various training activities in the Mediterranean and overseas and remains still, under the present system Terrier, the first missile cruiser to be entered into service in a European navy. The unit was laid up in January 1971 after 33 years of service.

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