Le navi portacontainers Italcantieri degli anni sessanta e settanta

                                                                  a cura di Paolo SERRAVALLE
                                                                               ( 02 marzo 2015
)

Sul finire degli anni sessanta dello scorso secolo, cominciò ed ebbe grande sviluppo l'utilizzo dei containers per il trasporto delle  merci, quelli che oggi  a  milioni  vediamo  ovunque. La  loro  nascita fu  dettata  dall'esigenza di razionalizzare l'imbarco e lo sbarco di merci sfuse, ossia  non maneggiabili con sistemi meccanizzati. I liquidi, più o meno fluidi, possono essere pompati, le granaglie possono  essere aspirate o spostate con nastri trasportatori, i grandi colli  (macchinari, mezzi di trasporto ecc.) possono  essere  sollevati o imbarcati a  mezzo di rampe ma il cosiddetto "collettame", ossia un  insieme  di merci  di vario genere contenuta  in  imballi di forme  e  dimensioni pressoché   infinite  costringevano  al  maneggio  manuale.  Ciò  comportava  grandi  dispendi  di  tempo  e  di manodopera.  Casse  d'ogni  tipo,  sacchi,  scatole  d'ogni  forma  e  dimensione,  piccoli  macchinari,  motocicli, biciclette, elettrodomestici e ogni altro genere di diavolerie che l'uomo è capace di produrre venivano imbarcate e sbarcate  in  modo  lento  e  dispendioso.  Inoltre, lo stivaggio comportava attenzioni e rischi di danneggiamento delle merci nonché notevoli sprechi volumetrici.
Appilare dei sacchi è relativamente semplice,  appilare motociclette o falciatrici  un po' meno. Così, negli anni '50 ad  un  certo  signor  Malcolm  MacLean  venne  l'idea  di utilizzare  dei  cassoni metallici  che, una volta riempiti all'origine potessero essere trasportati talquali su camion, trattori e navi fino a destinazione.  Affermata la bontà dell'idea e la sua praticabilità, si cominciò nei primi  anni sessanta ad utilizzare in via sperimentale containers di vario tipo ma apparve subito l'esigenza di uniformarne forme e dimensioni.
A  ciò  seguì  la standardizzazione  sia delle  dimensioni (lunghezza 20 e 40 piedi) che degli attacchi superiori ed inferiori, necessari per il loro sollevamento e per il loro stivaggio e rizzaggio a bordo delle navi.
Ottima idea, ma in una  nave tradizionale con stive tradizionali non era comunque  pensabile stivare containers e altre merci insieme. Nacquero così le navi esclusivamente portacontainers.
Questi sviluppi avvennero in un'epoca di grande fermento industriale. A titolo d'esempio, in oriente, specialmente in Giappone, in quegli anni si stava producendo una quantità enorme di merci destinate ai mercati occidentali. Basti pensare  ai motocicli  di nuova  concezione  che stavano sbaragliando i  mercati europei,  Honda, Kawasaki, Yamaha e  Suzuki  sfornavano  moto  avveniristiche  e  a buon  prezzo  che in breve tempo misero in ginocchio le vendite delle  europee  BMW, Guzzi,  Gilera, BSA, Norton, Triumph ecc.  Nel  campo dell'elettronica di consumo la stessa  cosa  avvenne  con  i televisori, con i  "mangianastri" (ossia registratori a cassette), con apparecchi radio d'ogni genere e piccoli elettrodomestici.
Fu  anche  di  quegli  anni  l'enorme  sviluppo  dell'HiFi ossia  della riproduzione in alta fedeltà stereofonica della musica incisa su dischi e nastri, Marchi orientali come Sony,  Pioneer,  JVC,  Akay  e  molti  altri sbaragliarono sui mercati europei marchi storici come Philips, Grundig, Telefunken, Siemens  e fecero strage di marchi italiani come Allocchio Bacchini,  Magnadyne,  Geloso, CGE,  Europhon ecc.  Molte delle  quali  finirono  col  chiudere nel giro di pochi anni  gli stabilimenti.  A questi settori si  aggiunsero anche quello della fotografia che in quel periodo ebbe grande impulso ( Nikon, Olympus, Canon, Asahi Pentax, Yashica, Miranda ecc. ) con gravi  difficoltà  per le grandi fabbriche  tedesche e,  non ultimo,  quello  dell'orologeria ( Seiko,  Citizen, Casio ecc. ) che  pose sotto  pesante attacco le storiche industrie svizzere.
Tutto  ciò  può dare l'idea  della  massa di  merci  che veniva  movimentata in quegli anni. A queste, ovviamente, andava  aggiunta  la  mole di " ordinaria amministrazione " ossia le merci e i macchinari  che  per le più disparate ragioni dovevano muoversi  in tutte  le direzioni sui sette mari di  questo  pazzo  pazzo mondo. È evidente che la necessità di navi portacontainers si fece urgente e pressante.


Fu in questo contesto che Italcantieri, nata dalla nazionalizzazione dei Cantieri G. Ansaldo, Orlando, Breda e altri ( e che prese nel 1984 il nome Fincantieri ) progettò  un tipo di nave portacontainer di concezione  moderna ( per l'epoca), veloce e versatile. La velocità  era assicurata dalla  propulsione a turbina il cui difetto era però la scarsa economia  d'esercizio a causa  dell'elevato  consumo di  combustibile. E ciò, nei primi anni  settanta,  divenne un problema di non poco peso.
Disegnate  con  linee filanti  e curate  nell'aspetto  malgrado  l'utilizzo mercantile,  di  queste  belle navi,  in  più versioni, ma  di  portata  e caratteristiche  simili, ne  fu costruita  una serie di quattordici unità nel breve volgere degli anni compresi tra il 1968 e il 1977.
La prima fu  la C.ne 4242 ITC,  commissionata  dalla Soc. Adam Schiffahrts Gesellshaft K. G. di Brema e costruita nel cantiere  di Genova  Sestri. Fu battezzata " Taeping ", e fu la prima  nave portacontainer costruita in Italia. L'ultima fu la  C.ne 4335,  sempre nel cantiere di Sestri,  per conto  della  SAF Marine Corp., battezzata col nome " S.A. Langeberg " e consegnata il 29 luglio 1977, questa  fu  l'ultima turbonave  costruita in  Italia, propulsione abbandonata perché troppo " assetata ".
Un'ulteriore nave, la C.ne 4372, per l'Arenella S.p.A. di Palermo e battezzata " Ercole Lauro " fu consegnata il 16 giugno 1980 ma, malgrado la simile apparenza, era mossa da due propulsori diesel GMT da 20'500 HP.
Riporto  di seguito l'intero  elenco di queste  navi  e delle loro  caratteristiche, chiunque  sia a conoscenza di altri dati potrà senz'altro comunicarli.

CANTIERE DI MUGGIANO-LA SPEZIA

C.ne 4261 - T/N LLOYDIANA - nominativo radio ICNB -  Commissionata da Lloyd Triestino -
impost. Il 15.04.1971, consegnata nel 1973 fu la prima portacontainer con bandiera italiana.
Lungh. 225,85 m - Largh.30,5 m-Altezza al ponte di coperta 16,4m
Stazza lorda 28.700 Tons . Portata lorda 32.500 Tons
Potenza turbina: 32.450 HP - Veloc.: 21,5 Kts
Era dotata di un elaboratore elettronico IBM 1130 per la supervisione della rotta, il controllo della propulsione e il controllo del carico refrigerato (containers)
Generatori A.E.G. 1 x 1.760 MW, 2 x 88 kW


CANTIERE DI GENOVA SESTRI PONENTE:

C.ne 4242 - T/N TAEPING  - Commissionata  da  Adam  Schiffahrts  Gesellshaft  K. G. il 31.07.68, impostata il 06.11.69,  varata il 10.10.1970, consegnata il 16.06.71.,
Lungh. tra le pp. m.192 - largh.max. m.30,5 -  immersione m.9.14 - altezza m. 18,19 - stazza lorda Ton. 25.000 portata max. Ton.19.710, un asse elica, velocità max. kts.23.5, propulsione a turbina di fabbricazione Franco Tosi ( caldaie ) e  Westighouse ( turbine ),  potenza max. 38.000 Hp. , impianto  d'automazione   elettro-pneumatico prodotto da General Electric e Termokimik Corp. Milano, installato da quest'ultima.
Istituto di sorveglianza: American Bureau of Shipping e U.S.C.G.

C.ne 4243 - T/N TAEHO - Comm. da Rederei Adam K.G., Bremen il 31.07.1968 - impost. Il 11.12.1969, varata 05.12.70, cons. 16.06.71 ( insieme alla gemella Taeping ) - tutte le altre caratteristiche come per la C.ne 4242.

C.ne 4254 - T/N ZIM NEW YORK - Comm. Da M/S Agenda Meyer (Zim Israel Co.) il 03.07.1969, impost. Il 14.10.1970, varata il 19.06.1971, cons. il 15.03.1972. Tutte le altre caratteristiche come precedenti.

C.ne 4255 - T/N ZIM TOKYO - Comm. Da Reederei Meyer M/S (Zim Israel Co.) il 03.07.1969, impost.il 07.12.70, varata il 28.08.1971 e cons. il 05.05.1972. Altre caratteristiche come sopra.

C.ne 4273 - T/N ZIM HAIFA - Comm. Da ZIM Israel Navigation Co., impostata il 23.06.1971, varata il 29.01.1972, consegnata il 03.08.1972, sorvegl. RINa e American Bureau of Shipping

C.ne 4274 - T/N ZIM GENOVA - Commissionata  idem c/s,  impostata il 31.08.1971,  varata il  20.05.1972, consegnata il 05.12.1972, sorvegl. RINa-ABS

C.ne 4286 - T/N NIPPONICA - nominativo radio ICNI- Commiss. da Lloyd Triestino- impostata il 01.02.1972, varata il 18.12.1972, consegnata 03.09.1973, sorv. RINa-ABS

C.ne 4287 - T/N MEDITERRANEA - Nominativo radio IBTA- Commissionata da Lloyd Triestino - impostata il 24.05.1972, varata il 31.05.1973, consegnata il 07.03.1974, sorv. RINa-ABS

C.ne 4300 - T/N AMERICANA-nominativo radio IBPA-Commissionata da Società Italia di Navigazione - impostata il 03.05.1973, varata il 25.01.1974, consegnata il 14.11.1974, Sorvegl. RINa-ABS

C.ne 4301 - T/N ITALICA-Commiss. da Soc. Italia di Navigaz. - impostata il 30.01.1974, varata il 28.09.1974, consegnata il 19.04.1975 -Sorv. RINa-ABS

C.ne 4332 - T/N AFRICA- Commissionata da Lloyd Triestino - impostata il 23.10.1975, varata il 12.06.1976, consegnata il 27.01.1977 - Sorv. RINa e Lloyd Register of Shipping

C.ne 4333 - T/N EUROPA- Commissionata da Lloyd Triestino - impostata il 18.01.1977, varata il 09.09.1977, consegnata il 10.03.1978 - Sorv. RINa e L.R.

C.ne 4335 - T/N LANGEBERG- Commiss. Da SAF Marine Corp. Capetown South Africa - impostata il 15.06.1976, varata il15.01.1977 e consegnata il 29.07.1977, Sor. RINa e L.R. Ultima turbonave costruita in Italia

C.ne 4372 - M/N ERCOLE LAURO - Commiss. da Arenella SpAN - Palermo, impostata il 14.05.1979, varata il 21.01.1980, consegn. il 16.06.1980, sorveglianza RINa e ABS, propulsione: due diesel GMT da 20'500 HP, veloc. 22.2 Kts


Ai  giorni  nostri, che  vedono  annaspare  la  cantieristica, colpisce  la  martellante  successione  delle  date  di impostazione,  varo e  consegna  e va  considerato che nei numeri di costruzione erano frammiste altre unità qui non contemplate. Una vera catena di montaggio.
È  anche  curioso  notare  che  l'enorme  mole  di  lavoro  che  queste  navi  portarono  ( siderurgia,  motoristica, elettromeccanica,  arredi ecc. )  causò  in altri distretti colpi mortali all'occupazione italiana. Le merci che queste navi contribuirono in parte ad importare in grandi quantità infersero colpi gravissimi all'industria italiana ed europea.  Come  detto all'inizio, i settori dell'elettronica di consumo ( radio, HiFi, TV ecc.), quelli della meccanica leggera ( motocicli ) e della micromeccanica ( orologi  e macchine  fotografiche ) incassarono  colpi  mortali  dalle industrie orientali, per lo più giapponesi.
Le solite bizzarrie tipiche degli esseri umani, nulla di nuovo sotto il sole.

 

 
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